31 Dic Uscire dall’assistenzialismo attraverso l’attività professionale – Maria Barletta
Di cosa ti occupi e quando stato il tuo primo incontro con Città Verde?
Sono un’educatrice professionale. Coordino da anni l’area S.I.L (Servizio Inserimenti Lavorativi di ASP Ferrara) un servizio trasversale alle tre aree di servizio sociale (minori, adulti, anziani) nato con l’obiettivo di accompagnare le persone “fragili” all’autonomia attraverso il lavoro e gli inserimenti socializzanti. Oltre a ciò sono referente dei CSO (Centri Socio-Occupazionali) per gli accessi e le dimissioni. In queste due vesti ho avuto in più occasioni la possibilità di collaborare con Città Verde.
Hai qualche storia da raccontarci di persone che, grazie al tuo e nostro lavoro insieme, hanno conquistato obiettivi oltre le attese? Cerchiamo di portare a chi ci legge esempi pratici di come ciò che facciamo incida davvero sulla vita delle persone.
Quando l’abbiamo incontrata per la prima volta Claudia era una ragazza con grossi problemi legati al vissuto personale e alla situazione famigliare. Presentava difficoltà di inclusione e questo rallentava la sua progettualità che, seppur individualizzata, subiva interruzioni continue dovute alla sua discontinuità. Claudia, inoltre, abusava di sostanze e per questo era in carico ai Servizi Sanitari. Oggi si occupa di manutenzione del verde insieme a voi e ha trovato nella cooperativa una seconda famiglia che la sostiene nelle direzioni dell’autonomia, dell’autostima e della sua necessaria percezione di appartenenza a un tessuto sociale.
Giacomo soffre di importanti disturbi di tipo psichiatrico che gli hanno reso nel tempo sempre più difficile rimanere all’interno dei percorsi che gli venivano proposti e che lui regolarmente abbandonava dopo poco. Grazie al progetto socio-occupazionale che abbiamo ideato per lui con Città Verde sta acquisendo autonomie lavorative e mantenendo relazioni accettabili con i compagni di lavoro.
Oggi abbiamo attivato per Giacomo un tirocinio formativo con una piccola contribuzione: un risultato davvero incredibile date le premesse.
Per descrivere entrambi i percorsi di Giacomo e Claudia hai usato, tra le altre, la parola “autonomia”. Il lavoro come strumento di autonomie: che significato ha questa frase per te?
Il lavoro è un elemento fondamentale per la qualità della vita e la dignità della persona.
È indispensabile nel raggiungimento dell’indipendenza personale, la chiave principale per lavorare con le fasce deboli ed emarginate. Infine non si può dimenticare che nell’ambito dei Servizi quando si parla di lavoro come strumento di autonomia ci si riferisce anche alla riduzione dei tempi di dipendenza dai Servizi stessi, uscendo, attraverso l’attività professionale, dalla logica dell’assistenzialismo.
Quello degli inserimenti lavorativi protetti è un ambito in continua crescita, sia dal punto di vista della domanda che dell’offerta di opportunità per persone svantaggiate.
Rispetto a quando hai cominciato a che punto siamo adesso e in che direzione andremo nel futuro?
Sì, l’ambito degli inserimenti lavorativi protetti è in continua crescita e offre importanti opportunità alle fasce fragili e svantaggiate.
Da quando iniziato a oggi ho visto molti cambiamenti positivi, dall’attenzione crescente ai bisogni specifici delle persone, al miglioramento di tutte la fasi di avvicinamento al mercato del lavoro, con sostegni e mediazioni tali da permettere alle aziende di sentirsi tutelate e quindi giocare con più spinta e consapevolezza il loro importantissimo ruolo nell’intero processo.
E Città Verde com’è cresciuta in questi anni?
Città Verde ha saputo rispondere sia alle esigenze lavorativo-inclusive sia alle specifiche necessità degli utenti grazie alla professionalità e all’attenzione particolare rivolte alle persone e ai progetti individualizzati. Questo è avvenuto grazie anche alla specializzazione di un target che è quello per le persone con disabilità clinico-funzionali complesse.
Se avessi a disposizione una sola parola per descriverci quale sceglieresti?
Senza dubbio “sul pezzo”!
Compiamo trent’anni. Ce lo fai un augurio?
All’augurio di continuare così abbino un grazie per la disponibilità, collaborazione e competenza che da sempre avete dimostrato nei confronti miei e dei nostri Servizi.
A tutela della loro privacy ai protagonisti di queste storie sono stati attribuiti nomi di fantasia e la descrizione dei percorsi leggermente modificata per impedirne il riconoscimento.
I “disturbi clinico funzionali complessi” sono disturbi in cui le difficoltà della persona colpiscono più piani, per esempio una disabilità intellettiva combinata a un disturbo psichiatrico e uno neurologico.
Maria Barletta – Coordinatrice Servizio Inserimenti Lavorativi
ASP Ferrara