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E’ urgentissimo applicare approcci ambientali e sociali nuovi.

Di cosa ti occupi? Qual è il tuo campo di studio prevalente?
Sono docente di Ingegneria Ambientale all’Università di Bologna. Mi occupo nello specifico di materie prime e riciclo dei rifiuti, e di quella che oggi chiamiamo “economia circolare”, oltre ad altri aspetti legati ai temi della sostenibilità non solo ambientale ma anche economico-sociale.

Come conosci Città Verde?
Da diverso tempo c’è una collaborazione ben avviata tra il mio gruppo di ricerca e Città Verde in merito a studi sul vostro impianto di compostaggio. Nell’estate 2021 in particolare, grazie al lavoro di tre studentesse, abbiamo realizzato una serie di prove per verificare l’effettivo trattamento delle componenti plastiche biodegradabili. I risultati sono stati così significativi da essere presentati a un convegno internazionale a Salonicco. E speriamo presto di tramutarli in una pubblicazione su una rivista scientifica internazionale.
Innovazione tecnologica e innovazione sociale, dunque. Potrà secondo te nel futuro esistere una delle due senza l’altra?
Lo dicono scienziati più autorevoli di me, l’ha detto persino Papa Francesco nell’enciclica “Laudato si’”: è urgentissimo applicare approcci ambientali e sociali nuovi. Il modo inaccettabile con il quale stiamo destabilizzando l’ambiente genera criticità sociali e acuisce quelle esistenti. In un’epoca in cui si parla di transizione ecologica, dell’urgenza di un cambio di stile di vita, della riduzione dei rifiuti che produciamo e del loro utilizzo e riciclo, delle modalità di produzione energetica e tanto altro ancora non si può dimenticare che un mutamento del genere deve per forza interessare anche un’innovazione sociale legata agli stessi temi.

Tecnologia e sociale avanti insieme, dunque.
Senza dubbio. Se immaginiamo un futuro migliore dal punto di vista ambientale lo immaginiamo migliore anche nella nostra qualità e stile di vita. Aggiungo che la transizione ecologica ha già ben dimostrato di essere capace di creare molti nuovi posti di lavoro, un beneficio sociale immediato e indiscutibile.

Tre parole per spiegare il mondo di domani. Quali sceglieresti?
“Transizione energetica” è la prima. Basta con l’uso indiscriminato di combustibili fossili che ha caratterizzato l’ultimo secolo e mezzo di vita dell’essere umano sulla Terra: è indispensabile e urgente produrre energia solo da fonti rinnovabili.
“Riduzione dei consumi” la seconda. Sprechiamo troppa acqua, energia e materie prime. Il futuro ci chiede di passare a uno stile di vita più sobrio, più attento alle persone e meno alle cose.
Infine ti direi “economia circolare” perché, proprio a ragione della carenza di materie prime, sarà sempre più necessario trasformare i rifiuti in nuove risorse come voi di Città Verde fate da anni nel vostro impianto, trasformando i rifiuti organici in fertilizzanti agricoli, un’attività in linea con i concetti che ho appena espresso.

In questa società nuova la cooperazione sociale sarà più centrale o più marginale?
Se le prospettive che ci auspichiamo dovessero realizzarsi sono sicura che il ruolo della cooperazione sociale ne uscirà sempre più valorizzato come fulcro di un sistema non più focalizzato sulla produzione e il ricavo ma sulle persone e i loro bisogni.

Cosa ti senti di dire a Città verde? Dove ci consigli di andare?
Non so se sono nella posizione di dare consigli a una realtà come la vostra che da anni lavora benissimo sul territorio coniugando tutti gli aspetti tecnologici e sociali di cui abbiamo parlato. Il mio consiglio è di continuare così, valorizzando la cooperazione sociale all’interno di interventi sempre favorevoli alla sostenibilità ambientale.

Alessandra Bonoli – Professoressa ordinaria, Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali Unibo