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Io li chiamo “educatori di prossimità” – Giona Tasini

Ti presenti in due parole?
Mi chiamo Giona Tasini, ho 24 anni e sono laureato in Tecnica della Riabilitazione Psichiatrica.
Ho tre sorelle, una ragazza che mi sopporta e un paese bellissimo dove vivere, Pieve di Cento.
Tifo Virtus Bologna, che è un’altra bella fortuna.

Hai meno di trent’anni, sei più giovane della cooperativa. Come lo immagini il mondo prima di Città Verde?
Un po’ più povero di belle storie. Non intendo dire che fosse più triste, ma da quando c’è Città Verde, molte persone attraverso l’impegno quotidiano sono risalite dal buio. Ci sono più luoghi riqualificati, altalene inclusive, rifiuti riciclati… Questo nuovo mondo non mi dispiace affatto!

Ci sono ancora sfide da vincere secondo te?
Trent’anni fa il gruppo di amici che ha fondato Città Verde, aveva l’obiettivo di creare lavoro per persone definite “di serie B” e resta ancora oggi la sfida più grande. E poi ci sono le sfide personali, quelle che ognuno di noi cerca di vincere ogni giorno. Io, ad esempio, sono stato attratto dallo stile educativo di Città Verde, dove essere educatori vuol dire avere i pantaloni sporchi e le mani che odorano d’erba. Ma quando sono arrivato la manualità e le capacità tecniche non erano certo i miei punti di forza…

Hai trovato, dentro Città Verde, quello che immaginavi di trovare osservandola da fuori?
Entrare in Città Verde è stato come aprire uno scrigno. Dentro ho trovato più ricchezze di quelle che mi aspettavo. Una su tutte, la possibilità di conoscere la vita con le sue salite faticose e le discese mozzafiato. Tutte cose che fino ad allora avevo solo letto sui libri.

Circa la metà dei dipendenti della cooperativa provengono dai comuni del territorio. Negli ultimi cinque anni abbiamo assunto 62 nuovi collaboratori. Che ruolo ha il sociale come opportunità lavorativa nella nostra area?
Basterebbero i numeri per rispondere: un comune di 7000 abitanti, 160 dipendenti di cui il 38% svantaggiati. Città verde è un’opportunità ancora più significativa, perché viviamo in una regione che crede nel valore delle cooperative e investe per un territorio sempre più inclusivo.
Il sociale, inoltre, è un settore che non sta esaurendo la sua domanda. Solo in Italia, purtroppo, 17 milioni di persone ogni anno hanno esperienza di un problema di salute mentale. Senza dimenticarci delle disabilità fisiche, dei poveri, degli emarginati.

Ti abbiamo chiesto come immaginavi il mondo prima di Città Verde ora ti chiediamo come immagini il futuro di Città Verde.
Dalle persone svantaggiate parte una fortissima richiesta relazionale che può essere esaudita solo da educatori che siano ben radicati nelle comunità di appartenenza. Io li chiamo “educatori di prossimità”. Li immagino giovani, tenaci e legati alle loro origini, al paese, alle persone che vengono loro affidate. Spero che il futuro di Città Verde sia in queste mani.

Sei, a oggi, Presidente dell’Associazione Girasole, animatore dell’Azione Cattolica e tante altre cose. Cos’ha di speciale il tuo paese da spingerti a investirci così tanto di te stesso?
Viviamo un tempo in cui associamo l’idea di futuro a quella di cambiamento. La voglia di innovare e stare al passo non deve mai mancare ma, credo che rimanere fedeli a se stessi sia una sfida altrettanto stimolante. Tenere fede al proprio modello educativo e restare legati ai luoghi, che negli ultimi 30 anni hanno dato risposte strabilianti, contribuendo a renderli protagonisti dei cambiamenti che il nostro pianeta chiede a gran voce.

Giona Tasini – Tecnico della Riabilitazione Psichiatrica, operatore giovane dell’inserimento lavorativo e del settore ambiente della cooperativa